Da tipica famiglia austroungarica di rango, nel corso del Novecento i Bilics si trasformano in una dinastia di globe-trotter creativa e innovativa. Il che, almeno in parte, spiega il successo negli anni di un'attività imprenditoriale così particolare e di nicchia come le paillettes. Tutto ha inizio nel quartiere di Budafok, periferia sud della capitale magiara, dove il crollo dell'impero, la crisi del '29 e la passione per la caccia al leone del padre, portano due fratelli e due sorelle - Andrea, Lazlo, Maria e Elisabetta - al Cairo, impegnati rispettivamente nell'illuminazione delle Piramidi, nella costruzione del canale di Suez e, entrambe le femmine, nelle acconciature e nei prodotti di bellezza per saloni estetici.
Tappa successiva, per il solo Andrea, è Parigi dove impara i segreti del mestiere nell’unica azienda dell’epoca attiva nella produzione di paillettes e si mette in testa di produrle a sua volta. Nel 1946 apre uno stabilimento a Milano nel quartiere della Bovisa, la materia prima è la colla di pesce.
C'è grande fermento, la crescita economica è il motore della mondanità e le paillettes sembrano non conoscere stagioni. Anzi, sono simbolo di grande raffinatezza e si adattano facilmente ai capricci creativi dei primi couturiers. La produzione, pressoché artigianale, è a cura di Andrea che perfeziona i metodi di colorazione e di taglio, progettando personalmente le macchine. I contatti commerciali con le case di moda, le sartorie teatrali o cinematografiche, le compagnie circensi, sono invece a cura della sorella Margherita. La forte specializzazione e la gestione familiare rendono presto l'azienda nota a tutti gli addetti i lavori.
Gli anni Sessanta rappresentano uno dei punti più alti dell'attività produttiva della Bilics, anche grazie all'introduzione, a cura del marito di Margherita, Zoltan Koreny, di una nuova materia, la plastica (acetato di cellulosa). Duttile, più resistente, favolosamente brillante, la plastica consente l'introduzione di nuovi pigmenti, per tonalità e sfumature fino ad allora inedite. Le novità sono completate dall'ingresso (stabile) in azienda degli altri due fratelli, Maria e Lazlo, impegnato fino a quel momento nella produzione dei bigodini Venus, da lui inventati, insieme alla moglie Maria Rosa che, a sua volta, comincia ad occuparsi esclusivamente di paillettes.
Con l'avvento di altri due fratelli e di Maria Rosa, i fondatori decidono di percorrere altre strade: Andrea, il fondatore, si trasferisce a Boston, Margherita e Zoltan a Ottawa, in Canada. Mentre Maria, nel 1968, va in Australia dove fonda la Maria George Pty Ltd, un'azienda di import/export specializzata in prodotti per la moda e lo spettacolo, tra cui ovviamente le paillettes. Nei due decenni successivi le intuizioni di Lazlo e la gestione carismatica di Maria Rosa consentono un incremento notevole della produzione, grazie anche agli stretti rapporti con gli stilisti italiani e francesi (allora del tutto vis-à-vis con contratti e accordi firmati in salotto, tra un manicaretto, una chiacchiera e un brindisi) e la capacità - tipica della famiglia - di innovarsi anticipando le richieste del mercato. La Bilics arriva ad avere quasi 100 dipendenti e clienti in tutti e 5 i continenti.
Dopo un calo fisiologico a metà degli anni Ottanta, la Bilics riprende quota grazie ai due figli di Lazlo e Maria Rosa, Andrea e Margherita, omonimi dei due fondatori. Come successo in precedenza, Andrea si occupa di innovare e ottimizzare la produzione di paillettes, disegnando e costruendo personalmente i macchinari di taglio e colorazione; Margherita segue i clienti, lavorando a stretto contatto con i reparti creativi, e cura le relazioni commerciali. Sono introdotti i tessuti in paillettes, ricamati in modo meccanico e computerizzato realizzati secondo i disegni dei committenti, il poliestere sostituisce l'acetato di cellulosa: è meno brillante e trasparente ma più forte e resistente.
Botanico, responsabile per anni del verde milanese, Andrea Bilics sembra aver ereditato il gene dell'invenzione dal nonno - anche lui agronomo - capace prima della Grande guerra di trovare il rimedio per la fillossera. Premiato dalla Camera di Commercio per le sue invenzioni, ad Andrea si devono i colori metal, verniciature resistenti ai graffi, allo strappo, all'acqua; brevetti per paillettes stirabili e lavabili; innovazioni tecniche che hanno aumentato a dismisura la produzione e permesso di confezionare paillettes piccole fino a 2mm (in vendita in bobine da applicare su macchine computerizzate da ricamo).
Negli ultimi anni è entrato in azienda anche il figlio Mattia (che di secondo nome fa Andrea, ovviamente) cui è affidato il compito di perpetuare questa bella favola, capace di rinnovarsi continuamente senza smettere di puntare all'eccellenza.
Testi a cura di Federico Meda / www.handemade.it